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Super e Iperammortamento, i numeri del MiSE: ecco chi ha sfruttato gli incentivi

Nel 2017 a usufruire di superammortamento e iperammortamento sono state 1.113.046 imprese, di cui più del 60% di medie e grandi dimensioni.

Sono i numeri presentati da Marco Calabrò, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, nel corso dell’incontro Le novità della Legge di Bilancio 2020: focus Industria 4.0organizzato il 30 gennaio da Ucimu - Sistemi per Produrre a Cinisello Balsamo che ha chiamato a raccolta oltre 160 ospiti in rappresentanza di 100 imprese.

Sono dati leggermente diversi da quelli resi noti recentemente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nella sua analisi sulle dichiarazioni 2018. “Questi sono i dati reali delle dichiarazioni 2018, senza stime e proiezioni”, ha detto Calabrò.

 

Superammortamento per oltre un milione di imprese

La parte del leone l’ha fatta, come era facile immaginare, il superammortamento, utilizzato da 1.056.863 imprese e professionisti, mentre – spiega Calabrò – sono state 56.183 quelle che hanno utilizzato l’iperammortamento e 28.601 quelle che si sono avvalse del Credito d’Imposta per Ricerca e Sviluppo.

 

La tabella illustrata mostra anche il numero di imprese che hanno fruito di più di un incentivo: 10.550 in particolare hanno fruito della combinazione tra super e iperammortamento e 1.708 di super, iper e credito d’imposta per ricerca e sviluppo.

Tornando al dato dimensionale, a sfruttare l’iperammortamento sono state per il 32,8% grandi imprese, per il 31,5% medie imprese, per il 27,2% piccole imprese e per l’8,5% micro imprese.

 

L’ammontare totale degli investimenti agevolati è pari a poco più di 12 miliardi, di cui 8,3 per i beni strumentali materiali e 3,9 per i beni strumentali immateriali (software).

Solo il 3% si è focalizzato su strumentazioni avanzate”, evidenzia Calabrò, "In buona sostanza chi era già ben attrezzato per avviare investimenti ha avuto un’accelerazione, mentre la maggior parte delle realtà è rimasta tagliata fuori. Una buona ragione per lavorare all’ampliamento della base di imprese potenziali fruitrici con il passaggio al nuovo sistema dei crediti d’imposta".

L’investimento medio delle imprese è stato di 500 mila euro, mentre solo poco più di 20 realtà hanno sostenuto spese superiori ai 20 milioni di euro.

Da Roma è intervenuto nella discussione anche il sottosegretario Gianpaolo Manzella, che ha parlato del mancato finanziamento dei nuovi incentivi su un orizzonte triennale. “Concordo pienamente sulla necessità di ampliare temporalmente la misura – ha detto – ma purtroppo non è stato possibile farlo con la Legge di Bilancio 2020. Vorrei però sottolineare quanto sia chiara per noi l’importanza della triennalità per dare alle imprese una prospettiva più ampia per la pianificazione degli investimenti. Pertanto, non appena si aprirà una finestra, sarà nostra cura darle concretezza”.

Manzella ha poi sottolineato che l’incentivo è solo uno degli aspetti essenziali per raggiungere l’obiettivo della Transizione 4.0: “È importante creare una nuova cultura d’impresa e per questo è essenziale anche il ruolo dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center”. 

 

Nel corso dell’incontro, sono stati poi approfonditi i vari aspetti tecnici, nonché i vantaggi dei nuovi incentivi.

 

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